I Supplenti della scuola italiana. Dimenticati dalla politica e senza stipendio

di Massimo Lorito 12/02/2018 ECONOMIA E WELFARE
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C'è' chi lavora da settembre e grazie a questo impegno le scuole e gli istituti di tutta Italia possono portare avanti in modo dignitoso l'anno scolastico e garantire un'offerta formativa minimante confacente a un paese civile, eppure per moltissimi di loro, i supplenti della scuola pubblica italiana, il dovere non combacia con i diritti. In questo caso i diritti si chiamano stipendi.

I Docenti Supplenti sono anche per questo demotivati e scontenti per via degli stipendi che ancora non arrivano sui conti correnti. Addirittura sono la maggioranza quelli che con contratto a tempo determinato devono ancora ricevere i pagamenti da Settembre 2017. Sulla questione qualche giorno fa è intervenuto anche il segretario nazionale di Sinistra Italiana ed esponente di Liberi e Uguali Nicola Fratoianni il quale ha denunciato che si tratta di una situazione intollerabile, dove continua lo scaricabile tra la dirigenza scolastica e altri uffici statali, senza contare le lentezze burocratiche, i vari errori degli uffici ed alla fine gli unici a rimettersi sono i docenti supplenti che sono mesi che non ricevono lo stipendio.

C'è da dire che le forze politiche in campo nella campagna elettorale sembrano non solo disinteressarsi al destino di questa classe intellettuale di lavoratori, ma il più delel volte ignorano completamente l'esistenza stessa di simili situazioni di disagio. 

Altri docenti lamentano anche le notizie confuse sulla questione. Il Miur dice una cosa , smentita da Noipa e viceversa; ad oggi infatti non si capisce quale sia la problematica che impedisce l’accredito degli stipendi arretrati nè tanto meno è possibile avere informazioni su eventuali accrediti, da mesi, infatti, nonostante le scuole abbiamo completato tutto l’iter necessario al pagamento degli stipendi, il Ministero della Pubblica Istruzione non compie l’ultimo passaggio necessario, che è quello di definitiva autorizzazione dei pagamenti.

Molti docenti denunciano che anche attraverso il canali ufficiali NoiPa non si riescono ad avere notizie, anzi spesso l’assistenza risponde che “nessuno può fare nulla per sbloccare la situazione".

In rete sono nati decine di gruppi social che raccolgono le esperienze e il malcontento di migliaia di lavoratori. E' facile trovare pensieri e sfoghi come questo: "non solo aspettare il compenso della propria attività, ma anche a non ricevere alcuna spiegazione plausibile sull’origine della problematica né rassicurazioni sui tempi in cui si potrà risolvere. Da mesi, infatti, nonostante le scuole abbiamo completato tutto l’iter necessario al pagamento degli stipendi, il Ministero della Pubblica Istruzione non compie l’ultimo passaggio necessario, che è quello di definitiva autorizzazione dei pagamenti”.

Alle nostre ripetute sollecitazioni al numero verde del sistema NOIPA ci viene risposto che nessuno può fare nulla per sbloccare la situazione. I più fortunati devono ricevere gli stipendi di dicembre e gennaio, ma ci sono colleghi che non vengono pagati da settembre, mentre i docenti di ruolo che sostituiscono e che sono a casa in malattia, aspettativa o congedo, percepiscono regolarmente lo stipendio. Noi supplenti, invece, dobbiamo garantire il servizio a scuola con impegno e costanza, senza ricevere un euro e siamo costretti anche ad anticipare le spese di viaggio.”

La situazione è molto complessa perché appunto disomogena. Ci sono docenti che attendono gli stipendi di dicembre e gennaio, mentre altri docenti non ricevono lo stipendio da settembre 2017, senza contare che in molti casi i docenti devono anticipare le spese di viaggio, una situazione davvero insostenibile soprattutto per quei docenti che per delle supplenze si vedono costretti anche ad andare fuori regione macinando centinaia di chilometri.

Le ultime notizie filtrate in modo non ufficiale indicano nella data del 16 febbraio un'emissione speciale del Ministero per dare quanto spettante ai docenti. Venerdi prossimo si capirà se si tratta delle solite notizie fatte circolare per calmare gli animi o se sarà la volta buona. Chissà avvicinandosi la data del 4 marzo, forse anche la politica si ricorderà di migliaia di lavoratori pubblici e per di più di un settore così importante e delicato, abbandonati al proprio destino.


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